Kawamura è per eccellenza il giapponese di Roma Est, che di quella scena è uno dei principi pur essendo sempre stato un caso a sé, tanto che ritorna con questo terzo disco con la cocciutaggine di essere a tutti i costi inattuale, per risultare così senza tempo (in effetti non si sa quanti anni abbia, eterno giovanotto). Imperterrito nell'esplorare il pop, la psichedelia e il rock nipponico filtrandolo con il glam, ma anche con quelle sottili strizzate d'occhio al prog italiano e alle sue ballate, sa quali corde toccare oltre quelle della sua chitarra. E infatti i testi parlano di elefanti di legno, di alberi di cachi piantati dal nonno, di squisitezze da overdose di bucce di banana al forno. Naufragar ci è dolce in questo mar del Giappone.
ATTACCO DI KORO KORO
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