Rome - Contact & order: Geograph.Issues@gmail.com

Rome - Contact & order: Geograph.Issues@gmail.com

venerdì 21 dicembre 2012

Intervista a Calcutta in Vita Vera di Vice italia

Calcutta è un cantautore che ha appena pubblicato il suo album Forse... per Geograph Records, la migliore etichetta italiana in circolazione, più che altro perché vanta in catalogo quel capolavoro che è STLNV di Grip Casino (che in effetti è il proprietario dell’etichetta). Nonostante non sia quello che si dice un appassionato di cantautorame nostrano (né estero), Calcutta mi incuriosisce perché se c’è un cuore, un nucleo attorno a cui ruota la sua intera... ma sì, diciamolo ancora, poetica, questo è Latina. La città, intendo. Un posto che nell’immaginario italiano non gode di grande stima né considerazione, tanto che quando ero piccolo mi pare di ricordare che finì in testa a una apposito sondaggio sulle città più brutte d’Italia. Devo dire che quando finalmente a Latina ci sono andato, tanto brutta non mi è sembrata. Però un po’ di disagio sì, me l’ha messo. E allora ho colto l’occasione per parlarne con l’uomo che ha firmato brani con titoli quali “Arbre Magique” e “Pomezia”. È, se vogliamo, la nostra Guida alla capitale dell’Agro Pontino raccontata dalla viva voce del suo involontario bardo. Che non è Pennacchi, evidentemente.
VICE: Raccontami un po’ cos’è Latina. Forse non lo sai ma già la settimana scorsa mi è capitato di citarla, per via del grattacielo...
Calcutta: La Torre Pontina?
Sì, quella. Ti piace?
Molto. Trovo si sposi bene col paesaggio.
Dici sul serio?
Sì, perché Latina è questa città quadrata, razionalista, in stile littorio...
Il nome originale era Littoria, infatti.
Esatto. Diciamo comunque che Latina è un po’ un’appendice di Roma e un po’ di Napoli (è a metà strada tra le due) ma ha pure una lunga serie di contatti e connessioni con Milano. Non so per quale motivo, ma il jet set milanese ha una certa propensione a investire in città. Aprono locali, posti, situazioni… Non è una faccenda chiarissima, credo che ci siano storie di riciclo di denaro sporco, forse roba di camorra... Ma veramente, non ne ho idea.
Quanti abitanti fa Latina?
Circa 120.000.
È piccolina.
Non è enorme, no.
Non trovi bizzarro che in una cittadina di 120.000 abitanti spunti un grattacielo che per qualche tempo è finito tra i più alti d’Italia?
In effetti la cosa ha sorpreso un po’ tutti. Ma devi anche capire i grattacieli sono molto americani. E Latina, come tutto l’Agro Pontino, è un po’ l’America d’Italia. Coi veneti al posto degli inglesi e i butteri al posto degli indiani.
Spiegati meglio.
Come saprai fino a inizi Novecento l’Agro Pontino era un posto di frontiera, un’area malsana con le paludi, la malaria… Poi venne bonificata da Mussolini, che ci fece costruire delle città—le famose città di fonazione. Latina è la più grande di queste città. Un’ex palude che venne immediatamente colonizzata da veneti, friulani, gente del Nord Est, poveracci in cerca di un pezzo di terra… e questi coloni soppiantarono la popolazione locale, che erano i butteri: perlopiù pastori, bovari bravissimi coi cavalli, al punto che una volta venne Buffalo Bill a sfidarli, lo sapevi?

Sì, mi pare di ricordare... È una specie di leggenda locale, no?
Ma quale leggenda, è un fatto storico accertato. Buffalo Bill venne a fare questo tour circense che si chiamava Wild West Show o qualcosa del genere, e sai com’è, si metteva a fare il cowboy sui cavalli, le corse, le esibizioni… Solo che una volta sfidò i butteri di Cisterna (un posto in provincia di Latina) e quelli gli fecero il culo. Lo stracciarono proprio. Ti posso anche dire il nome del tizio che lo sconfisse, a Buffalo Bill: Augusto Imperiali.
Immagino ne andiate molto fieri.
C’è una diatriba con Velletri su quale sia la vera città d’origine di Augusto Imperiali, ma in linea di massima diciamo che la sua provenienza latinense ormai è accettata.
Prosegui col paragone con l’America. Saprai che praticamente qualsiasi provincia italiana è convinta di essere l’America, no? Tipo Guccini e il suo “tra la via Emilia e il West”. O gli 883 che paragonavano Pavia a Los Angeles. Deve essere una specie di complesso urbano. Tu in America ci sei mai stato?
Come no. Ci ho vissuto, anche.
Ah sì? E dove?
A New York. Ma solo per qualche mese.
Ti sentivi a tuo agio a New York?
Molto. Un po’ mi ricordava Latina, in effetti.
Dici? Io sono stato sia a Latina che a New York e in tutta onestà non mi sembrava che si somigliassero. Deve essermi sfuggito qualcosa.
Ma guarda, c’è il mio amico David dei Sigfried and Roid-Rage che a Latina ci veniva spesso, e lui diceva sempre “Quando sono a Latina per me è come essere a casa!” Anche se in effetti più che a New York la paragonava alle cittadine dell’Alabama. Forse perché anche a Latina il punto di ritrovo per eccellenza è la gas station.
A me più che l’Alabama (che non ho mai vistato), Latina ha sempre fatto pensare più… non so, hai presente Lovecraft?
Sì... Più o meno.
Lui ambienta molte delle sue storie in queste cittadine del New England paludose e depresse, popolate da gente strana, semi-incestuosa, mezzi mostri che nascondono segreti indicibili… Ecco, l’impressione che mi ha fatto è quella.
Be’, è una città un po’ malata, quello sì. C’era anche la centrale nucleare, quindi magari…
Dici che magari ha influito.
Può darsi. Latina è piena di criminali, anche. È la piazza principale in Italia per il traffico di armi.
Ah sì?
Almeno mi pare di aver letto così. Latina e Velletri.
Velletri?
Sì, sempre quella con cui c’è la diatriba sul buttero Imperiali.
Quindi a Latina andate tutti in giro con la pistola?
Certo. Cioè, non tutti tutti. Però è abbastanza diffuso.
Tu conosci gente, hai amici che in casa hanno la pistola?
Sì, perché? Ne vuoi una?
Se te lo chiedessi potresti rimediarmela?
Ho amici… ma dici sul serio?
Tu la pistola ce l’hai?
No, io no. Nemmeno la mia famiglia. Però c’è questa gente così, che magari gli piace sparare in aria, o agli autovelox sulla Pontina, cose del genere. C’era questo tizio che abitava vicino da me, che quando litigava con la moglie per sfogarsi prendeva la pistola e sparava.
Alla moglie?
No no, in aria. Dai per favore, cambiamo argomento.
Pensi sia pericoloso parlarne?
Mi sento a disagio, ecco.
Vuoi che ti chieda perché i tuoi testi sono tristi?
Non è che sono tristi. Cioè, un po’ sì. Sempre per via di Latina, per l’architettura littoria, il marmo, queste strade dritte, i palazzi squadrati ma dimessi … Non è come l’Eur a Roma, che è monumentale e quando ci entri fai “uau”. A Latina è tutto più in piccolo ma come… metafisico, e questo un po’ influisce sul carattere delle persone. E poi c’è la profezia…
La profezia?
La profezia di Latina. Tornerà palude. È un posto che semplicemente non dovrebbe esistere.
Tempo fa parlavo col nostro comune amico Demented, che anche lui come saprai ha dei contatti da quelle parti, e mi diceva di Sabaudia…
Ah be’ certo, Sabaudia. È sempre Latina, un’altra città di fondazione.
Demented mi diceva che a Sabaudia c’era il mostro di Loch Ness.
Sì, gira questa voce. Cioè, non è il mostro di Loch Ness perché non stiamo in Scozia, ma è comunque il mostro di Sabaudia. La zona di Latina è anche uno dei maggiori centri ufologici italiani, ci sono un sacco di avvistamenti.
A chi non conosce Latina, cosa ti sentiresti di dire? Di andare a visitarla, di conoscerla?
Certo, assolutamente. Tutti dovrebbero visitarla almeno una volta nella vita.
Pensi che il tuo disco possa contribuire a fare un po’ di pubblicità a questa amena cittadina dell’Agro Pontino?
Può darsi. Però ecco, non mi far passare per il cantante della vita di provincia dai. Insomma, non era questo l’intento.
Trovami uno slogan per Latina.
Uhm, ci devo pensare… Che ne pensi di “Nel Lazio non c’è solo Roma”?
È orribile. Diamo almeno un indizio ai lettori: tipo non so, a parte New York e l’Alabama a quale altro posto la paragoneresti?
Uhm… Un po’ al Far West. Sempre per via delle pistole.
E su, basta con l’America. Troviamo un parallelo italiano, dai. Tipo “Latina: la Firenze dell’Agro Pontino”.
Ok.
Intendi dire che veramente è la Firenze dell’Agro Pontino?
No no, con Firenze non c’entra niente. Era solo per venirti dietro.
E allora dai, qual è la città italiana che più paragoneresti a Latina?
Uhm… Credo Foggia. Direi Foggia, sì.  
“Nel Lazio non c’è solo Roma: ma anche Latina, la Foggia dell’Agro Pontino”. Suona bene, no? Di cosa vogliamo parlare adesso? È vero che uniranno la provincia di Latina a quella di Frosinone? Come la state prendendo?
Non tanto bene. Perché vedi, Frosinone per noi è un po’ come il Canada. Ma sto cercando di allacciare i primi rapporti con i nostri vicini d’oltreconfine, per conoscerli meglio. Sono stato a Ceccano, un posto molto bello. È pieno di salite. E naturalmente anche di discese. Sembra proprio il Canada, devo dire. Credo ci nevichi anche.


                                                                     Valerio Mattioli

http://www.vice.com/it/read/vita-vera-calcutta

lunedì 10 dicembre 2012

Intervista a Kawamura Gun


Il 17 dicembre esce per la Geograph Records il nuovo disco solista di Gun Kawamura. Artista nipponico, poliedrico, gentile, ironico, graziato da un talento originale che coltiva con cura. Il titolo del nuovo album sarà “Brutiful” e sarà presentato il 20 Gennaio in un rifugio amico post partita al Pigneto.
Incontro Mr. Kawamura per un proverbiale tè, preparato dal medesimo ad arte, una cerimonia del tè in piena regola ed introduciamo una piccola aneddotica sulla bellezza partendo dall’orchidea che trovo sul tavolo. La manifestazione della bellezza secondo il modo di sfiorire sembra apparentemente un argomento fuori tema:
Suoni come frontman in un gruppo (Blind Birds N.d.R.) da anni, perché la necessità di un disco solista?
A volte mi è capitato di comporre pezzi non adatti al gruppo, li mettevo da parte, quando mi si è presentata l’opportunità, ho accettato la proposta di fare uscire un lavoro come solista. 
Spiegaci il titolo dell’album, cosa significa “Brutiful” per te?
Ho scelto di chiamarlo “Brutiful” perché è il titolo del terzo disco mai uscito dei Silverhead, sentivo questa parola vicina alla definizione delle mie canzoni, è una parola che gioca sull’italiano e l’inglese, brutto/beautiful, non brutal/beautiful come in inglese, per me una cosa ha importanza quando possiamo vederne le due facce, se riusciamo a vederle entrambe siamo felici. Penso che una cosa al 100% positiva o al 100% negativa sia brutta, bisogna mixare le due per essere qualcosa di attraente … come in un quadro di Alberto Burri ma questo non lo scrivere … (ride).
Quale tipo musica ti ha influenzato?
Forse più di tutte mi ha influenzato la musica che va dal ’65 al ’75, Marc Bolan + T.Rex, Sparks, i già citati Silverhead, Slade, Bowie, New York Dolls, mi piacciono anche Television, Xtc, Adam Ant, Robert Wyatt, Todd Rundgren... ascolto anche la musica contemporanea... Toru Takemitsu, Luigi Nono, Gavin Bryars... e tanti tipi di musica diversi ed ho tanto rispetto per la musica Brasiliana, se vuoi posso dirti anche chi non mi piace…
No dai, manteniamoci in un atteggiamento politically correct, canti in inglese?
Sì, anche in giapponese, vorrei anche in italiano ma non ho molta confidenza con la metrica (ride).
Nelle tue composizioni quale valenza ha il testo?
Per me la voce è uno strumento come la chitarra o il basso. Non sono un poeta, ho sempre lavorato per migliorare la composizione e dimenticare la tecnica.
A quale canzone dell’album sei più affezionato?
Non so rispondere.
Ok allora parliamo, se ti va, di quelle che mi sono rimaste in testa al primo ascolto. Say no word mi ha spiazzato, sembra qualcosa di diverso da quello che hai suonato finora...
Ho immaginato un uomo che vive a Londra, dove ho vissuto per alcuni anni, un uomo che non dice mai nulla, che non ha scopo nella vita o forse ha perso lo scopo, fa passare la giornata “così”, se vuoi, è malinconica.
Mentre Mawatte sembra potenzialmente un singolo...
Non lo so questo, è vero la canzone piace un po’ a tutti... racconta della mia infanzia in Giappone, di quando avevo circa cinque anni, è una canzone in cui sento uno stato di protezione, d’ingenuità... prima di affrontare il mondo.
E Cure me…
Cure me è una canzone che fa vedere una parte debole di me, solitamente e come tutti cerco di nasconderla ma qui le ho lasciato spazio per esprimersi; è una canzone abbastanza semplice... quando stai male tu vuoi qualcuno vicino, accanto a te, che ti cura.

Finita la nostra cerimonia, Gun mi regala la scatola del tè meraviglioso che ho bevuto; lo ringrazio più volte, mi guarda stupito: “Non dire grazie, questa scatola altrimenti la bevo io!”. Ripenso alla prima volta che ci incontrammo quando disse: “L’ultimo momento è quello che conta”, ma per me i ricordi sono importanti. Differenze culturali o di genere?
I. L.

giovedì 6 dicembre 2012

Hot News 2: Calcutta !



E' quasi pronta anche un altra nuova nuova uscita.
Si tratta del disco solista di Calcutta, la grande promessa del cantautorato nazionale odierno.
L'album avrà per titolo "Forse..." ed uscirà nei negozi il 19 dicembre 2012 con mini showcase e presentazione ufficiale lo stesso giorno presso i locali dell'Alpacha distro, via fanfulla da lodi 5, Roma. Ore 18.30.
Ripeto: mercoledì 19 dicembre ore 18.30 all'Alpacha distro,
presentazione con mini-live.



It's almost ready also another new new release.
This is the first solo album of Calcutta, the great promise of national songwriting today.
The album is entitled "Forse..." and will be released in stores December 19, 2012 with mini showcase and official presentation.
Stay tuned.





  •        Edoardo Calcutta è un giovane di latina. Dal 2007 fonda e partecipa a centinaia di band fallimentari e rumorosissime nella sua città. Un giorno decide di fondare con Marco Crypta i Calcutta, duo chimp pop all'italiana, una miscela indie fra Beat Happening e Lucio Battisti. Il gruppo si esibisce la prima volta al sottoscala 9 come gruppo spalla dei Timber Rattle, conquistando subito i cuori dei presenti. L'entusiasmo generale di porterà a riempire qualsiasi buco possibile nella programmazione del locale. Nel 2011 Marco lascia la band e con lui anche la sezione ritmica svanisce,di conseguenza Edoardo si ritroverà solo e cantautore.