Rome - Contact & order: Geograph.Issues@gmail.com

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giovedì 26 dicembre 2013

Marco Fiori su Kathodik

Kawamura Gun ‘Yaizooma’
(Geograph Records 2013)

Kathodik si è già occupata delle produzioni alie(nat)e della capitolina Geograph records: del lotto delle loro realizzazioni, che si conta sulle dita di due mani, “Yaizooma” del musicista giapponese Kawamura Gun rappresenta la faccia più gentile e surrealmente melodica (i Beatles tardi avrebbero molto amato la levità psichedelica della conclusiva The bird can't be here o la cantilena Terrible seeds).
Gun è un sognatore (cfr. Plastic capsule), un cappellaio matto alla Donovan che canta un poco in inglese un poco nella sua lingua (cfr. Aruhi/Naihi) brani che sembrano uscire dall’Inghilterra tardo “hippie” dei primi anni Settanta; chi ama il genere troverà “Yaizooma” molto apprezzabile. Non mancano sapori “glam” (cfr.I'm just an option); la qualità delle canzoni è senz’altro buona (cfr. la sydbarrettiana Invisible arrows).
Aggiunto: December 23rd 2013
Recensore: Marco Fiori


mercoledì 18 dicembre 2013

Nick Zurlo su Distorsioni

Grip Casino

UPSTART WORLD

2013 - Geograph Records
Grip Casino USPSTART WORLDGrip Casino è l'owner dell'etichetta romana Geograph Records a cui abbiamo dedicato uno speciale qualche tempo fa con una bella intervista proprio a lui, Antonio Giannantonio alias Grip Casino. Ora a distanza di alcuni mesi ci  ritroviamo in playlist il suo ultimo lavoro: “Upstart World” che rappresenta un'ideale continuazione del precedente “SNTVL”, dove vediamo assolutamente preponderante la figura di Daniel Johnston, così come Syd Barrett per il compagno d'etichetta, nonché amico, Trapcoustic. Pianoforti scordati, dissonanze elettroniche e chitarre primitive sono la materia di cui è composto questo disco, condito dal cantato naif di Grip Casino che se possibile rende ancor di più tangibile l'artigianalità del sound che, a nostro parere, trova la sua giusta dimensione nel supporto in cassetta. A road è un blues sconnesso e stonato dove chitarra e voce si inseguono in un gioco al massacro, il brano successivo The Writer ha un cantato quasi recitato che lo immerge in un'atmosfera 'beatnik' che percorre tutto il disco in costante equilibrio tra le sonorità tipiche dell'etichetta americana K Records (è facile riconoscere influenze di Microphones e The Halo Benders) ed il primitivismo lo-fi di Half Japanese, Jeffrey Lewis e naturalmente il mentore Daniel Johnston. In questo disco l'analfabetismo musicale si trasforma in materia poetica, ma tutto questo è filtrato da un'intenzione razionale e calcolata che a volte sembra sfociare irrimediabilmente in una sorta di manierismo. E' lodevole l'intenzione dell'etichetta di mettere a disposizione del pubblico queste talentuose produzioni, piccole gemme underground che in qualche modo ricreano qui in Italia un microclima culturale e musicale che ahimè raramente abbiamo avuto, ma allo stesso tempo si corre il rischio di dare alla luce una sorta di riproduzione in miniatura di fenomeni artistici nati altrove e già esauriti, così come quei parchi dove è possibile muoversi fra modellini di Tour Eiffel e Big Ben nel giro di pochi metri.


http://www.distorsioni.net/rubriche/fermoposta/fermoposta-it/upstart-world

 

lunedì 25 novembre 2013

Kawamura Gun Interview

Non sono poetico cantautore
La seconda fatica di Gun Kawamura venerdì 29 Novembre al Forte Fanfulla

Chi lo ha incontrato per le strade del Pigneto in questi anni lo riconosce e ne apprezza l'originalità, chi pensa di non averlo mai visto è un cattivo osservatore. Un artista  Gun Kawamura, la cui sensibilità, umorismo e cura per le cose più semplici lasciano senza fiato, un gentleman in frangetta che poco o nulla detiene o brama e sfugge a qualsivoglia definizione; la sua musica ne riflette il carattere profondo, ironico, giocoso, onirico e allo stesso tempo consapevole. La sua gentilezza spiazza, la sua memoria santifica. Il nuovo album Yaizooma, undici brani scelti con  fatica tra le sue   composizioni, verrà presentato il 29 Novembre al Forte Fanfulla. In quest'ultimo album Gun riesce a dare carattere ad ogni canzone spaziando su temi diversi e osando nuovi accostamenti: le canzoni parlano della sua infanzia, della natura dei piccoli insetti, di ritratti e quadri, di erotismo e molto altro. Il tutto sempre  con spontaneità e coraggio.

Iniziamo dal titolo...
Volevo mettere insieme due cose diverse per far nascere qualcosa di nuovo. Yaizooma è una fusione tra il nome della città in cui sono nato in Giappone (N.d.R. Yaizu) e Roma.

Suoni tutti gli strumenti come nell'album precedente?

Sì, ma per favore non mi parlare di tecnica, io voglio essere apprezzato come compositore contemporaneo, la tecnica non sta al primo posto. All'inizio volevo fare uscire un doppio album ma poi ho pensato di limitarmi a undici brani perché sono già parecchio densi.

C'è una tematica dominante tra loro?

Non penso ci sia, ogni canzone ha un carattere diverso. Presto uscirà il singolo I'm just an option, il video sarà diretto da Jodi McNamara. Questa canzone ad esempio è contro il protagonismo, contro io-ismo: noi siamo un option della natura, tu sei parte di natura, tu sei uguale terra, acqua, cavallo, zanzare, cipolle, siamo uguali, dobbiamo rispettare, semplicemente questo.

Rispetto al primo album pensi che quest'ultimo sia di continuità per temi e stile o che sia diverso?

No, sono due album diversi, io voglio sempre andare avanti.

Che ne pensi della musica indipendente di oggi nel panorama italiano?

Eh...un sacco di gente si accontenta di poco. Secondo me bisogna guardare in modo diverso, dipende da dove ti metti, se ti metti in un posto alto ti sembra di stare facendo cose grandi. Io cerco di mettermi in un posto basso perché vorrei sempre guardare verso l'alto.  Un po' come quella storia cinese molto famosa in Giappone, di una scimmia ribelle che alla fine stava nella mano del  Buddha (N.d.R. Sun Wukong ne Il Re recluso sotto il Monte Wuxing).

Qual'è stata l'ispirazione per questo album?

Semplicemente io scrivo una canzone come respiro. Per esempio la prima canzone si ispira alla mia città di origine o poi nelle altre ci sono cose così...tipo alcune hanno un doppio senso altre no.

In che modo scrivi le tue canzoni?

Prima arriva la musica poi aggiungo il testo, magari la melodia arriva durante il sonno, mentre sto su un autobus o sto suonando...ci sono tanti modi. In una canzone dell'album parlo proprio di questo processo. Poi aggiungo il testo, per me la voce è uno strumento, non sono poetico cantautore.

In che modo l'erotismo si lega alle tue composizioni?

Molto semplicemente, per me non c'è un motivo, io scrivo e canto e mi esprimo. Per me è normalissimo: la nudità è normale, non ne vedo una morale dietro, per me è più imbarazzante nascondere.

Progetti futuri?

Ah puoi scrivere che voglio andare sempre avanti, che voglio migliorare nello scrivere canzoni e stare lontano da ragazze che mi voglio romantico cantautore.

Ilde L.


photo: Jodi McNamara

giovedì 14 novembre 2013

News News!

A new Geograph masterpiece by

Kawamura Gun

album title: Yaizooma

November 29th 2013

Length: 40' 04''

1 – Aruhi/Naihi
2 – I'm just an option
3 – Nukarumi
4 - Invisible arrows
5 - Life size baby
6 - Plastic capsule
7 - Centipede
8 - Charlotte's picture
9 - Terrible seeds
10 – Up and down the hill
11 – The bird can't be here

Presentazione disco con concerto dal vivo.
Venerdì 29 novembre 2013
Forte Fanfulla
via fanfulla da lodi 5

ore 22.30
Roma



giovedì 7 novembre 2013

Nick Zurlo su Distorsioni

Trapcoustic

INNERLANDS

2013 - Geograph 
[Uscita: 29/09/2013]
TrapcousticTrapcoustic alias Stefano Sarino è uno degli animatori principali della scena weird/noise romana, la tanto celebrata “Borgata Boredom” circoscritta nel perimetro dell'oramai ex quartiere popolare Pigneto. Il Pigneto negli ultimi dieci anni è diventato il luogo in cui brulica la scena off della capitale, dove gli Hipsters hanno preso il sopravvento sui magrebini e dove sorgevano i kebabbari più infami ora ci sono locali à la page dove è possibile ammirare e vedere ammirarsi l'intellighenzia “subculturale” romana. In questo miasma di baffi “handlebar” e pantaloni tirati su senza calzini, c'è anche della sostanza, terreno vergine su cui si è costruita tutta una scena, e questa materia è viva, pulsa, e lo dimostra con l'uscita di questo disco. “Innerland” è un tributo al genio folle Syd Barrett, Trapcoustic come una sorta di Dottor Frankestein assembla il suo mostro con scorci che sembrano provenire direttamente da “The Madcap Laughs“ e “Barrett”, insomma il cappellaio matto è morto ma i suoi seguaci sono vivi e vegeti, e questo disco è una sorta di sabba intento ad evocare il musicista britannico. Sleeping on a bed of snakes si snoda attraverso il suono di un sitar e ci riporta indietro di qualche decade così come la successiva Just right with you, un vero esercizio di restauro sonoro. La qualità delle registrazioni è in linea con gli housetapes dei primi Pink Floyd, e rendono l'ascolto un piacevole viaggio a ritroso dal sapore romantico ma allo stesso tempo avanguardistico.Outerlands e Sirens sono composizioni elettroacustiche che spostano l'asticella verso una psichedelia più oscura e sperimentale, in territori Nord-americani che vanno dal '68 dei Silver Apples alle ultime generazioni di noise-psichedelico stile American Tapes. Un disco consigliato a tutti coloro che sono ancora in cerca del figlio illegittimo di Roger Keith Barrett, detto Syd.
Voto: 7/10
Nick Zurlo

sabato 2 novembre 2013

Nicola Giunta su The New Noise

Kawamura Gun

 

 

KAWAMURA GUN, Brutiful, (CS, Geograph Records)

Primavera del 2009, girando per le strade del quartiere romano Pigneto mi capitava spesso di vedere in giro un curioso personaggio dai tratti orientali e con lunghi capelli lisci e neri in perfetto stile Keiji Haino. Qualche settimana fa Antonio della Geograph Records mi invia un pacchetto con dentro il catalogo dell’etichetta e… bingo! Svelata l’identità del lungocrinito: Kawamura Gun. O almeno questo è il suo nome d’arte. Musicista, illustratore e video artist con domicilio romano, Gun nel 2012 dà alle stampe via Geograph questo delizioso nastro (ne esiste anche una versione in lp) che custodisce 40 minuti circa di gemme pop, che prendono per le corna la materia pop-folk anglofona altezza ‘60/’70 (The Turtles, The Troggs, Bowie, Marc Bolan/T.Rex…) declinandola secondo un approccio scanzonato e lo-fi il giusto, che riporta il tutto ai Novanta dei Pavement (a mio avviso, altra grande influenza per questo musicista). Per gli amanti delle suddette sonorità sarà un piacere passare un’ora scarsa con i ritornelli di Kawamura Gun. Sto girando e rigirando i lati di questo nastro oramai da diversi giorni.



- See more at: http://www.thenewnoise.it/intervista-stefano-pifferi-kawamura-gun-wildmen-siamo-noise-records-dalekzu-split-7/#sthash.ZGSN0Hgj.dpuf




sabato 5 ottobre 2013

Nicola Giunta (Hot Wheels) su The New Noise

GRIP CASINO, Upstart World (CS, Geograph Records)
TRAPCOUSTIC, Bonsai Heart (CS, Geograph Records)




Rimaniamo nella capitale, a Roma-Est per la precisione, per parlare della Geograph Records. Etichetta attiva solo da un paio d’anni ma con un catalogo di tape, vinili e cd-r di qualità succosissima, i cui alfieri (Grip Casino, Trapcoustic, Eva Won, Kawamura Gun…) sembrano quasi rappresentare una trasfigurazione acustica e cantautorale di quella Borgata Boredom i cui indigesti parti sonori continuano a far tanto parlare in giro.

Una tape nero pece, corredata da una copertina altrettanto scura, contiene le 12 tracce Upstart World, il nuovo lavoro di Grip Casino, per l’occasione accompagnato da altri accoliti e compagni d’etichetta (Trapcoustic). L’intro “The Eternal Aching Comedy…”, con note di piano e Bontempi come fossero suonate da un bimbo di terza elementare con gli occhiali spessi e la testa piena di strane immagini, apre il varco per lo strumming di chitarra acustica di “Digging On My Grave”. Si va avanti con “Terra In Trance”: piano, voce e un violino borbottante che danno vita a un Wyatt versione slacker. Seguono “The Road” e “The Writer”, che ricordano non poco i Sonic Youth più acustici o, meglio, certe cose in solo di Thurston Moore. Ancora acusticherie sparse e rumori d’ambiente (“Top Floor”) e un bellissimo strumentale (“Transmit”) che sembra suonato sempre da Moore e co. ad amplificatori spenti. Se nel ’92 avevate 15 o 16 anni e andavate in giro con le camicie a quadri e i Dr. Martens o altra roba del genere, questa cassettina (a proposito, c’è anche la versione cd) vi entrerà nel cuore per rimanerci.

Il suo nuovo lp – di cui parleremo su The New Noise molto presto – è uscito per Geograph giusto un paio di giorni fa. Noi di Hot Wheels, per introdurvi il personaggio in questione, abbiamo pensato di ripescare il lavoro precedente, stampato su tape bianco-panna nel 2011. Di chi sto parlando? Trapcoustic è il nome che Demented Burrocacao, al secolo Stefano Di Trapani, si è scelto per far ascoltare al mondo intero le sue gemme grezze di pop-folk rigorosamente registrato in camera da letto (o in cucina, o al cesso o dove vi pare). Per intuire la levatura del personaggio leggete qui l’intervista realizzata per VICE da Valerio Mattioli.

Nove tracce per la durata complessiva di poco più di mezz’ora. Registrazione in zero-fi, chitarre acustiche super flangerate, note sparse di ukulele, violino o piano che compaiono di tanto in tanto a sviare l’ascolto e, in cima a tutto, la voce scazzata e sommersa (non so bene da cosa, ma mi suona “sommersa”) di Demented, che ci spiattella a cuore aperto ciò che gli passa per la testa. Similmente a Grip Casino, il richiamo ai primi anni ’90, quando il lo-fi cantautorale (Smog, Palace, Supreme Dicks, Jandek…) era hype, magari minore, ma sempre hype era, è senz’altro forte. In aggiunta Trapcoustic ci mette anche una bella dose di folk inacidito alla Skip Spence e McCartney pre-Wings. Dimenticavo, c’è anche una cover dei Sigue Sigue Sputnik, “21st Century Boy”.


See more at: http://www.thenewnoise.it/bryan-lewis-saunders-mannequin-hollowcaust-soft-black-star-zeno-gabaglio-mike-cooper-the-hussy-my-dear-killer-prague/#sthash.cnxNbXih.dpuf

sabato 28 settembre 2013

OUT NOW



Artist: Trapcoustic
Album title: Innerlands
Label: Geograph records 008
Length: 36' 47''
Date: 29 Settembre 2013


1 –Innerlands
2 – Feeling of beating
3 – Baby
4- Taggia 109
5- My heart is a street
6- She’s my vice
7- Love comes
8- Sleeping on a bed of snakes
9- Just right with you
10 – My little magnet
11 – Sirens
12 – Outerlands

Trapcoustic: vocals - background vocals - 12 string guitar - 6 string guitar - Çifteli – mini sitar – violin - orchestron simulator - tapes


Presentazione disco con concerto dal vivo.
Domenica 29 settembre 2013
Forte Fanfulla
via fanfulla da lodi 5

ore 22.30
Roma

mercoledì 11 settembre 2013

Paolo Miceli su Komakino





































http://www.inkoma.com/read.asp?id=4252






Grip Casino - Upstart world


Out of tune and stoned, the oblique and minimal sound of this record made me think of Daniel Johnston: Antonio Giannantonio, aka Grip Casino, shares with him a common isolationist madness. Hopefully not the same disorder - with all respect -, though, if anyone had ever wanted to sign for it, I have the feeling that Antonio would have been in first line. 
Piano, guitar, violin, all barely in tune, as dictated by a cleverly sick mind. 
A road, The writer, the disarming boy/girl duet of The Girl know it, and the folk ballad of Eyes are the good glasses of wine before the deadly drunken dance of Transmit, one step over the forthcoming hangover, - beautifully drummed. 
Giannantonio is not a novice in the local alternative music non-scene, I know him since years, - this is his second record as Grip Casino if I am not wrong, and Upstart world also sees involved Calcutta and Trapcoustic, among the musicians, same record label, same music indie niche. Mortally lo-fi, experimental folk.
Antonio Giannantonio, he is a quiet, lovely guy, with a lot of burning ideas (not less, he runs himself Geograph record), and since his That Noise from the Cellar, passing by The Last Wanks to The Real Miracolo, he always rejected the chrome tuner pedal as The Evil itself. 
No, he's not the guy smashing the toy guitar in the below video, but he could have been.

domenica 1 settembre 2013

Leonardo di Maio su Ondarock


http://www.ondarock.it/recensioni/2013_gripcasino_upstartworld.htm


GRIP CASINO

Upstart World

2013 (Geograph Records) experimental folk, lo-fi

Torna nel mezzo di questa torrida estate l’allegra brigata della Geograph Records, che si è saputa ritagliare in poco tempo un piccolo posto di rilievo nell’agonizzante panorama indie del Bel Paese. In particolar modo Calcutta ed Eva Won sono riusciti a far parlare ampiamente di se stessi, anche se il vero fiore all’occhiello della Geograph è e rimane il progetto del suo fondatore e ideatore, ovvero Antonio Giannantonio, alias Grip Casino. Esattamente due anni fa si presentò con un dischetto assai coraggioso, “STLNV”. 

Questo nuovo “Upstart World” lo ripropone più o meno nelle stesse vesti (approccio amatoriale alla materia musicale e sonorità eccentriche e bislacche), solo con un po’ di cuore in più e meno sperimentazione fine a se stessa. Insomma, un maggiore spazio alla comunicatività e alle emozioni e una maggiore cura nella realizzazione discografica (non che il disco sia registrato meglio, ma i dettagli sonori sono più nitidi che in passato). “The Eternal Aching Comedy…” funge da introduzione strumentale, con sparuti accordi di pianoforte e di chitarra acustica. “Digging On My Grave” e “The Girl Know This”, i brani più musicali del cd, rifanno un po’ il verso a Smog

Ritroviamo il vecchio Grip Casino nelle volute stonature di “Terra In Trance” (con un finale di drones armonici) e nel suo tipico folk straniante di “Eyes”, così anche in “Let Me Ask You”, molto vagamenteSupreme Dicks. “Transmit” e “…Of Expectant You” sono invece due interessanti digressioni strumentali. Ciò che più valgono in questo disco sono i suoni e gli “arrangiamenti” che, seppur non rivoluzionari in senso stretto, risultano comunque fantasiosi ed efficaci. 
Peccato però che il buon Giannantonio si ostini sempre a guastare un po’ il tutto con i suoi “vocals” ammorbanti e deprimenti. L’effetto è sicuramente voluto, ma dubito che risulti appetibile alla maggior parte degli ascoltatori, anche quelli più smaliziati. 

Nel complesso, gli artisti della Geograph stanno alla musica indie nostrana come i primi film di Nanni Moretti stavano al cinema italiano.
(28/08/2013)

giovedì 22 agosto 2013

Marco Fiori su Kathodik

http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=5436



Grip Casino ‘Upstart World’
(Geograph records 2013)

Inquietano e incuriosiscono le produzioni della Geograph records – se volete saperne di più su di loro potete iniziare da http://geographissues.blogspot.it/ – label capitolina dalle dissonanze non sempre gentili (abbiamo recensito tra l’altro Edoardo Calcutta peraltro presente anche in questa raccolta).
“Upstart World” di Grip Casino appare appunto degno sodale del Calcutta sopra citato: invece che alla canzone italiana l’approccio post-atomico viene riservato al country-rock nordamericano (cfr. Eyes, alle chitarre rigorosamente fuori tono il rievocato Edoardo). Reiterazioni tipiche dei Velvet Underground (cfr. Transmit, con la batteria di Gilberto Capurso), voce dolorosamente strascicata alla Jandek (cfr. Let Me Ask You): Grip Casino evoca il marasma sonoro di Dennis Wilson in “Pacific Ocean Blue”, ma senza il surf, le spiagge e l’oceano, ché qui siamo in borgata (cfr. Bad State). Il pianoforte sbrindellato, ma con sentori Beatles del fantomatico Trapcoustic fa il resto (cfr. The Eternal Aching Comedy…). Le canzoni, per quanto radioattive, non mancano di perversa orecchiabilità (cfr. Digging On My Grave o Terra in trance, fantasmi Robert Wyatt e Syd Barrett) e profonda malinconia (cfr. The girl know this, con le parole e la voce aggiuntiva di Francesca Grossi).
Per contatti: Geograph.Issues@gmail.com
Aggiunto: August 18th 2013
Recensore: Marco Fiori
Voto:
Link Correlati: Geograph Records Blogspot It

mercoledì 21 agosto 2013

Letizia Bognanni su Rock It


http://www.rockit.it/recensione/23039/ecalcutta-forse


Calcutta - recensione
Forse...

Lo-Fi, Garage, Pop

di , 21/08/2013

ALBUM

copertina album Forse... Calcutta
Un pensiero diffuso tanto da essere diventato praticamente un dogma su cui non riuscirò mai a trovarmi d’accordo è: “eh, però architettonicamente il fascismo ha fatto grandi cose”. Parliamone. Se per “grandi” si intende fisicamente grandi, ok, ma se invece si vuole dire “belle”, allora boh, sarò io ad avere problemi con le ostentazioni marmoree di maschialità imperiale, ma ogni volta che vado all’Eur mi colgono desolazione e freddo nelle ossa, mi fa lo stesso effetto di quei paesi del Texas con un Mc-drive, una pompa di benzina e un negozio di pistole: ne colgo il fascino oscuro, la bellezza no. Ecco, Calcutta viene dalla città fascista per antonomasia, Latina, e la sua musica ha quell’appeal un po’ lugubre che si associa alle geometrie di regime piantate sulle paludi: è respingente, con quelle chitarre scarne e gli effetti sgranati e la voce poco melodiosa, ma anche attraente in un modo vagamente malato, come un pomeriggio solitario ad agosto sotto il sole su una panchina in una piazza deserta. Calcutta racconta storie minime di amori andati male, matrimoni a Pomezia, disagi adolescenziali e sesso all’odore di “Arbre magique” (dove si cita il gran maestro dei cantautori diversamente intonati e la sua “cantina buia dove noi” che “non abbiamo avuto mai”. C’è la crisi!), come un Vasco Brondi illuminato dal lattiginìo dell’umidità basso-laziale invece che dai fari di notte e dalla gigantesca scritta Coop, come un Dente di frontiera. Astenersi immuni al fascino della decadenza.

mercoledì 24 luglio 2013

Lunedì 29 Luglio "Upstart World" is Out.

New Grip Casino's release

Presentazione con ascolto hi-fi e vino bianco at Alpacha distro,
via fanfulla da lodi 5, Roma.
Lunedì 29 Luglio 2013
ore 19.00

Geograph records 007

Length: 37' 04''


 1 - The eternal aching comedy…
 2 - Digging on my grave
 3 - Terra in trance
 4 - A road
 5 - The writer
 6 - The girl know this
 7 - Top floor
 8 - Eyes
 9 - Transmit
10 - Let me ask you
11 - Bad state
12 - … of expectant youth




lunedì 22 luglio 2013

Nick Zurlo ci parla su Distorsioni


Labels: Geograph Records, from Roma

Maps of Borgata

2012-2013 

geograph tour new lrNegli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad una vera e propria proliferazione di micro-label musicali che, sulla scia dei dettami D.I.Y. (“do it yourself” ovvero “fattelo da solo”) delle produzioni discografiche punk-hardcore, hanno completamente ridisegnato il panorama underground mondiale e italiano. Anche la povera Italia, tanto bistrattata e malata di esterofilia, possiede dei giacimenti importanti dove è possibile trovare metalli preziosi, e fra i tanti filoni che percorrono sotterraneamente la capitale può capitare (per i più fortunati) di imbattersi nella Geograph Records, etichetta di cassette e cdR che gravita in quella Roma Est che ha fatto di Borgata Boredom il suo manifesto artistico. La Geograph è nata da pochi anni ma ha già sfornato alcuni dei lavori più interessanti di “cantautori”, se così possiamo definirli, di questo miasma weird-pop in controtendenza con una società basata sull'apparenza sorretta da una continua esposizione ad un'iconografia mediatica che rimbalza dal trash al nazionalpopolare. Grip Casino, Eva Won, Trapcoustic, Harmony Molina e gli altri musicisti che orbitano intorno alla Geograph Records corrispondono ad un'isola sperduta in questo oceano di superficialità, un luogo dove è possibile incontrare strane creature e dove la vegetazione offre frutti genuini ed esotici.

Già dalla prima uscita: Grip Casino - “SNTVL” la Geograph presenta al pubblico un disco essenziale ed eccentrico che ricorda molto da vicino i primi lavori di Daniel Johnston. La chitarra storta e dissonante è suonata con un approccio primitivista che risulta ancora più aspro per via dello stile di registrazione casalingo. Le canzoni che compongono questo disco sono spesso intervallate da intermezzi chiamati Skit che sono delle incursioni noise in una cornice che va dal punk ad un certo genere di indie-folk che si è sviluppato soprattutto negli Stati Uniti ed in Australia con esperienze, nelle decadi scorse, come Tall Dwarf o Half Japanese. Il secondo titolo della Geograph è affidato a“Bonsai Heart”bonsai heart cd dell'artista polistrumentista romano Trapcoustic. Inizialmente avevamo qualche riserva su questo lavoro, semplicemente non riuscivamo a spiegarci come un “noiser” della prima ora come Stefano Di Trapani (alias Trapcoustic) potesse avere nelle corde un genere così prettamente indie-folk, poi ad un ascolto più attento ci siamo dovuti subito ricredere. “Bonsai Heart” è forse uno dei migliori e più ispirati dischi che abbiamo ascoltato negli ultimi anni, Nick Drake incontra il cadavere di Kurt Cobain e quello che ne esce è una sorta di punk-psichedelia  totalmente dissennata e percorsa da lampi di assoluta genialità creativa.

“English muffins for breakfast while you're smoothly rubbing your legs against mine” è il titolo del disco del cantautore post-grunge Harmony Molina, primo ospite internazionale che fuoriesce, almeno geograficamente, dall'entourage romano della Geograph. Il disco è composto da 11 affreschi moderni che scorrono fluidamente sul nastro della tape come se appartenessero da sempre all'ascoltatore, un “istant-classic” che, appunto per la sua compiutezza, non solleva ulteriori interessi all'orecchio di un appassionato di sperimentazione. L'ultima release risale alla primavera 2012 ed è l'esordio di Eva Won con il suo disco omonimo. Questa è una delle più belle sorprese dell'anno: lo spettro cromatico delle influenze è enorme, si va dagli Spacemen 3 alle Y Pants, il tutto miscelato sapientemente e condito da una sorprendente (auto)ironia. “S/t” di Eva Won rappresenta evawonuna vittoria di “squadra”, è il manifesto di una scena che offre la possibilità a chiunque abbia qualcosa (di interessante) da dire di esprimersi artisticamente e creativamente, ed è questo il punto di forza e fondamentale peculiarità di etichette come la Geograph Records. Altre recenti issues dell'etichetta sono:Calcutta"Forse..." (LP 2012) e Kawamura Gun: "Brutiful" (LP 2012). Abbiamo incontrato “Giannantony” aka Antonio Giannantonio akaGrip Casino alla manifestazione Crack Comics!, un festival di fumetti indipendenti nella suggestiva cornice del centro sociale Forte Prenestino in Roma: lì abbiamo registrato questa intervista che siamo lieti di trascrivere per i lettori di Distorsioni.


Nick Zurlo (Distorsioni) - Perchè è nata Geograph Records?
Antonio Giannantonio aka Grip Casino - Fin da quando ero pischello ho sempre sognato di avere un'etichetta, registrare gruppi, fare dei racconti, fare delle cose che mi rappresentassero.L'idea è quella di utilizzare le “canzoni”, una sorta di racconto povero, una cosa che sta andando scomparendo.

Geograph Records si inserisce in un contesto musicale (Roma Est/Borgata Boredom) che fondamentalmente è percorso dalla vena noise, proponendo opere che effettivamente non hanno nulla a che vedere con questo genere di musica totalmente destrutturata.
Questo avviene principalmente per il fascino che si prova per alcuni dischi “compiuti”, fatti di pochi accordi e di parole cantate. Certo Geograph Records non sarebbe mai esistita senza Borgata Boredom.
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Pensi che questo tipo di approccio molto “privato” o “intimista” possa essere di respiro globale o soltanto circoscritto ad una cerchia di amici e aficionados che seguono questa scena?
Questo è un problema che noi affrontiamo per ogni uscita, non possiamo permetterci lunghe sessioni di registrazioni o microfoni da 2000 euro quindi ci affidiamo al room-recording. Ogni artista ha delle idee precise e per evitare che vengano in qualche modo corrotte ci affidiamo all'autoproduzione. Il nostro approccio non è quello di fare un prodotto circoscritto solo per gli amanti del Lo Fi ma questa è una scelta obbligata.

Parlando proprio di supporto fisico, voi Prediligete il cd-r e la tape, come mai la scelta di questi due supporti che sono così ostici per l'ascoltatore medio?
Noi usiamo questi supporti perché costano poco, la tape è il vinile dei poveri, ha un suono ed una peculiarità che affascina, ha una sua dignità in quanto nastro registrato.

Che musica bisogna fare per essere pubblicato su Geograph?
Io amo molto il suono scarno, povero, che con pochi accordi riesce a raccontare qualcosa di potente, è questa la caratteristica che la Geograph ricerca nei suoi artisti.

Che feedback avete dal pubblico?
La gente è strana, noi non ci autopromuoviamo tantissimo, ogni uscita è di 50 tape e un numero a caso di cd-r. La maggior parte delle vendite vengono da concerti che fanno gli artisti e da negozi di dischi che sono prevalentemente nella città di Roma, dovremmo in un certo senso sviluppare meglio la nostra distribuzione. Noi speriamo sempre che la gente ci venga a cercare.

Quale artista ti piacerebbe ospitare nella tua etichetta?
Vorrei scrivere a Phil Elvurm, artista americano che ha pubblicato con molti pseudonimi come Microphones o Mount Erie, mi piace molto il suo stile che definirei magico e libero, mi piacciono le sue canzoni, mi piacerebbe che mi regalasse qualcosa da pubblicare su Geograph.

Nick Zurlo