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giovedì 8 dicembre 2016

Trapcoustic su Noisey recensione





Secondo disco Geograph recensito in due settimane, l'etichetta romana ha proprio deciso di far parlare di sé. Questa volta la delicata copertina acquerellata cela una delle creature del nostro Demented (è inutile che gridiate al conflitto d'interessi, abbiamo anche recensito Arisa che come tutti sanno è fidanzata con Federico Sardo). Abbandonate le asperità noise di System Hardware Abnormal, Trapcoustic è essenzialmente un progetto pop intimista, che in molti degli episodi di Shell sembra ripercorrere le orme dei migliori outsider del secolo scorso—parliamo di Syd Barrett solista, Alexander "Skip" Spence, Kevin Ayers—ma con sonorità decisamente attuali. La prima cosa che ho pensato è stata "Trapcoustic è la versione vaporwave di Skip Spence", frase che dopo vari ascolti continuo a trovare appropriata. Beat frammentari, organi computerizzati, sampling selvaggio di archi, campane e pianoforti—sonorità plasticose che si scontrano con il cantato sommesso, sentito e stratificato che parla d'amore e del coraggio di vivere. Un disco che merita ascolti ripetuti per coglierne ogni sfaccettatura, dai suoi angoli più bui e inquietanti (quasi dark in "Lifergic") ai suoi episodi più eterei, a quelli più buffi e bizzarri che strapperanno sorrisi di pura allegria. 
INNAMORATED MARITAO

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