(Geograph records 2016) Kathodik ha già conosciuto la bizzarra arte del cappellaio matto barrettiano/lennoniano (cfr. Love is off-killer) Kawamura Gun, ovvero un noto giapponese a Roma. I dodici brani contenuti in “III” confermano l’alterità temporale di questo menestrello nipponico (Drop off), impegnato a rinnovellare le maniere dell’anno del gatto (Neji) o dei lustrini/zatteroni glamorosi (Jeff the rice cooker designer). La barra sonora è saldamente diretta verso un orizzonte chiaramente, in-attualmente, sfocato (That Sunday),
lo stesso di chi vedeva Emily giocare (e ne è rimasto giocato).
L’idioma del Sole Levante rende il tutto più misterioso e alieno (Hanamatsuri). Kakinori poro-poro
potrebbe essere stata la vera sigla del cartone animato Pollon (già
sbalestrato di suo). Da collocare sotto l’etichetta: Alice in Tokyo via
Raccordo Anulare (Mashi).
Secondo disco Geograph recensito in due settimane, l'etichetta romana ha proprio deciso di far parlare di sé. Questa volta la delicata copertina acquerellata cela una delle creature del nostroDemented(è inutile che gridiate al conflitto d'interessi, abbiamo anche recensito Arisa che come tutti sanno èfidanzata con Federico Sardo). Abbandonate le asperità noise diSystem Hardware Abnormal, Trapcoustic è essenzialmente un progetto pop intimista, che in molti degli episodi diShellsembra ripercorrere le orme dei migliori outsider del secolo scorso—parliamo di Syd Barrett solista, Alexander "Skip" Spence, Kevin Ayers—ma con sonorità decisamente attuali. La prima cosa che ho pensato è stata "Trapcoustic è la versione vaporwave di Skip Spence", frase che dopo vari ascolti continuo a trovare appropriata. Beat frammentari, organi computerizzati, sampling selvaggio di archi, campane e pianoforti—sonorità plasticose che si scontrano con il cantato sommesso, sentito e stratificato che parla d'amore e del coraggio di vivere. Un disco che merita ascolti ripetuti per coglierne ogni sfaccettatura, dai suoi angoli più bui e inquietanti (quasi dark in "Lifergic") ai suoi episodi più eterei, a quelli più buffi e bizzarri che strapperanno sorrisi di pura allegria. INNAMORATED MARITAO
Kawamura è per eccellenza il giapponese di Roma Est, che di quella scena è uno dei principi pur essendo sempre stato un caso a sé, tanto che ritorna con questo terzo disco con la cocciutaggine di essere a tutti i costi inattuale, per risultare così senza tempo (in effetti non si sa quanti anni abbia, eterno giovanotto). Imperterrito nell'esplorare il pop, la psichedelia e il rock nipponico filtrandolo con il glam, ma anche con quelle sottili strizzate d'occhio al prog italiano e alle sue ballate, sa quali corde toccare oltre quelle della sua chitarra. E infatti i testi parlano di elefanti di legno, di alberi di cachi piantati dal nonno, di squisitezze da overdose di bucce di banana al forno. Naufragar ci è dolce in questo mar del Giappone. ATTACCO DI KORO KORO
Dentro un elefante di legno per il compleanno del Buddha
La mitologia surreale di Gun Kawamura torna al suo splendore, la Geograph Records pubblica “III” il suo terzo, come da titolo, e nuovo lavoro. Un artista coerente, sincero, caparbio ma sempre ironico, Kawamura, ci sorprende con questo nuovo album rivestendolo di un' aura pop.
Se i precedenti lavori puntavano su rock e psichedelia, rivista in chiave elettroshock, qui Kawamura lavora partendo da una base più armoniosa, puntando su un arrangiamenti essenziali, sulla ricerca di un suono puro e testi più intimisti.
“Il mio primo album è un triangolo, il secondo un quadrato e questo sarà un cerchio o se vuoi più tondo” - oltre alla composizione di musica e testi Gun suona tutti gli strumenti. La sua ricerca artistica punta al nucleo del suono, ricerca portata avanti con coerenza, fuori dalle tendenze e piena di orgogliosa originalità. Una semplicità non banalmente costruita ma frutto di un lavoro certosino tra intuito e costruzione armonica. La sua scrittura è un'autobiografia al servizio del racconto immaginato, una sintesi armoniosa tra suono e semplicità.
I testi sono principalmente in Giapponese; le tematiche spaziano tra nuove acquisite consapevolezze su se stessi e gli altri, tra innamoramento e sopravvalutazione (Neji ねじ) e ricordi d'infanzia. Un'infanzia passata vicino a un tempio buddhista, dove amava nascondersi dentro la statua lignea di un elefante, una delle rappresentazioni di Ganesha, per osservare i preparativi alla la festa dei fiori (Hanamatsuri 花祭り); le scorribande nel giardino dei vicini, scorticando alberi di cachi, l'albero della pace in Giappone, (Kakinoki poro-poro 柿の木ポロポロ).
La sovrapposizione di punti di vista fuori dallo spazio tempo usuali caratterizza la sua poetica che pur rifiutando in modo categorico ogni definizione lo rende riconoscibile e unico sia nella musica che nella rappresentazione pittorica, altra disciplina artistica in cui è di una competenza disarmante. Kawamura presenterà il suo nuovo lavoro organizzando concerti in set acustico a partire dal suo amato Pigneto, un Gun dannatamente d'annata insomma. Ilde L.
Artist: Trapcoustic
Album title: Shell
Geograph records 011
Release date: November 27th 2016
Length: 39' 19''
01 - Colors and demons
02 - Lifergic
03 - Take your humanity, girl
04 - On the line of heaven
05 - Reordering my mind
06 - Split
07 - Blue secret
08 - The spell
09 - The flower
10 - War
11 - We fight for love
12 - You are the sea
In uscita Shell di Trapcoustic
e
III di Kawamura Gun
Live di presentazione a Roma, il giorno stesso del suddetto giorno.
A presto per ogni cosa.
KAWAMURA GUN かわむらぐん
La musica che ha avuto più influenza sull’artista giapponese è stata quella britannica, pop-rock dalla metà degli anni ’60 alla metà degli anni ’70. L’influenza maggiore è stata quella del glam-rock ed in particolare Marc Bolan. Durante il processo compositivo e strumentale dei suoi album, la ricerca è orientata a non seguire in modo pedissequo le influenze del passato ma a riattualizzare e rielaborare in modo personale il concetto di melodia e arrangiamento rock. Possiamo annettere anche la pittura e la scultura tra le arti tutt’ora praticate da Gun, per far intendere meglio la sua natura poliedrica e la sua apertura mentale. Tra le sue influenze musicali c’è un ventaglio che spazia da The Aynsley Dunbar Retaliation, XTC, Television, Toru Takemitsu, Kinshi Tsurata e Yura Yura Teikoku.
TRAPCOUSTIC
SDT, per molti Demented Burrocacao nasce nel 1975 a Roma. SuperMega attivo in numerosi nuovi e precedenti progetti sia musicali che non, lo ritroviamo a spaziare dalla musica alla scrittura, la poesia sonora e molte altre cose. Non si sa mai da dove cominciare per descriverlo. Trapcoustic è il suo progetto cantautorale, fatto di canzoni, spesso minimali e molto emotive. Dal 2003 memore di cantanti folk sghembi italiani e esteri: Bennato, Skip Spence, Vashti Bunyan fra le sue influenze. Ma molte e molte altre ancora.