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lunedì 23 gennaio 2017

Trapcoustic su Kathodik recensione

Trapcoustic ‘Shell’
(Geograph records 2016)

Come se le sonorizzazioni di videogiochi di culto anni Novanta (cfr. Take your humanity, girl) fossero state affidate a Syd Barrett (On the line of heaven); in sintesi estrema, questa potrebbe essere la fulminea descrizione di “Shell” di Trapcoustic − al secolo Stefano di Trapani, agitatore attivo in diversi progetti dell’underground romano.
Aberrante (Split) e poetico (Blue secret) allo stesso tempo, coacervo di melodie “storte” elaborate da tastierine The Residents di quattro soldi (il simil-clavicembalo di The spell, il simil-organo di War). A volte, peraltro, i brani sono, classicamente, belli (The flower il migliore).
Per appassionati della Borgata Boredom e della deviata anima psichedelica Geograph records.

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