Il bandcamp per il digitale a questo indirizzo:
https://geographrecords.bandcamp.com/
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And at the end I never received affection. I never received love. I ended like a flower. Cut before it blooms. – The Flower
(Geograph records 2016)
Come se le sonorizzazioni di videogiochi di culto anni Novanta (cfr. Take your humanity, girl) fossero state affidate a Syd Barrett (On the line of heaven); in sintesi estrema, questa potrebbe essere la fulminea descrizione di “Shell” di Trapcoustic − al secolo Stefano di Trapani, agitatore attivo in diversi progetti dell’underground romano.
Aberrante (Split) e poetico (Blue secret) allo stesso tempo, coacervo di melodie “storte” elaborate da tastierine The Residents di quattro soldi (il simil-clavicembalo di The spell, il simil-organo di War). A volte, peraltro, i brani sono, classicamente, belli (The flower il migliore).
Per appassionati della Borgata Boredom e della deviata anima psichedelica Geograph records.
(Geograph records 2016)
Kathodik ha già conosciuto la bizzarra arte del cappellaio matto barrettiano/lennoniano (cfr. Love is off-killer) Kawamura Gun, ovvero un noto giapponese a Roma.
I dodici brani contenuti in “III” confermano l’alterità temporale di questo menestrello nipponico (Drop off), impegnato a rinnovellare le maniere dell’anno del gatto (Neji) o dei lustrini/zatteroni glamorosi (Jeff the rice cooker designer). La barra sonora è saldamente diretta verso un orizzonte chiaramente, in-attualmente, sfocato (That Sunday), lo stesso di chi vedeva Emily giocare (e ne è rimasto giocato). L’idioma del Sole Levante rende il tutto più misterioso e alieno (Hanamatsuri).
Kakinori poro-poro potrebbe essere stata la vera sigla del cartone animato Pollon (già sbalestrato di suo). Da collocare sotto l’etichetta: Alice in Tokyo via Raccordo Anulare (Mashi).